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Luciano Gaggia - Partiamo dalle origini...

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Fortuna...
A volte si crede che avere fortuna vuol dire vivere nell'agio,
poter disporre di mezzi, beni materiali e denaro, ma non credo
sia realmente così, non che tutto ciò non aiuti a sentirsi fortunati,
ma esiste altro e ne sono pienamente cosciente.
Io mi sento fortunata, non per il significato "letterale" della parola,
ma perché la mia fortuna è quella di aver incontrato e parlato con una persona davvero straordinaria. A volte capita di incontrare persone straordinarie, che aprono porte della mente che magari erano chiuse da anni.
E così è successo, una settimana fa ho avuto l’occasione di incontrare una persona davvero interessante, un dj con una carriera davvero invidiabile. Ciao Luciano, grazie per la disponibilità. Vista la tua lunga esperienza no so da dove iniziare, avrei tante cose da chiederti..

LUCIANO – Partiamo dalle radici. Io sono di Vicenza, Schio. Ho iniziato a lavorare in discoteca MAC 2 nella mia cittadina la domenica pomeriggio nel lontano 1979 a soli diciotto anni. Prima lavoravo in radio e per feste private. Facevo anche il doppio lavoro di grossista nell’azienda di famiglia, perché in quegli anni fare il dj non era considerato un lavoro. Sono diventato professionista nel lontano 1986. Pensa che all’epoca il socio fondatore e primo Presidente dell’AID - Associazione italiana DJ era Enzo Arbore!
A diciotto anni una domenica pomeriggio mi sono trovato a suonare ad una festa perché il dj resident era partito a fare il militare. Mi ricordo molto bene che il primo vinile che ho messo era Gimme Some di Jimmy Bo Horne. Il brano aveva già un paio d’anni, anche perché una volta c'era l’importazione della musica. Usciva un disco ma passavano sette o otto mesi prima che arrivasse in Italia. Quando arrivava andava a ruba! Io a casa mia ho 25.000 vinili e più di 7.000 cd originali, senza contare quelli che mi masterizzo per fare le serate. Tra 25.000 vinili diciamo che 12.000 sono da discoteca il resto spazia su tutti gli altri generi esistenti, compresa la musica classica.

URLOPOP – Sai suonare qualche strumento musicale?

LUCIANO – No, io sono un musicante, non un musicista. Critico musicale se si può dire. La cultura si fa grazie alla passione. Ho dedicato la mia vita alla musica. Per questo non mi faccio condizionare da nessuno. Per il mio lavoro ho rinunciato all’attività di famiglia. Le persone raramente fanno quello in cui credono. Fanno ciò che conviene, e poi se ne pentono.
Fare il dj fa parte di me. Dopo ho seguito anche la direzione artistica di alcuni locali sino a diventare socio del Mah-nà Mah-nà di Isola Vicentina. Le altre mie grandi passioni sono la buona cucina ed il bere DOC; forse è per questo motivo che sono stato il primo in Italia ad introdurli in discoteca. Nel 1995 ho gestito il mercoledì del Pub di Alte Ceccato (VI) all’ epoca. Per fare in modo che la gente arrivasse prima, ho chiamato una ditta di catering – buffet con la musica dal vivo – Franco Tufano & Ciccio Corona. Dopo tredici anni di lavoro presso la discoteca Nordest di Vicenza, sono andato in “esilio” per cinque lunghi anni in Austria, Germania e Svizzera.
Esperienze estere.
L’agenzia per cui ho lavorato mi ha procurato diversi ingaggi e grande promozione, aprendomi un nuovo mondo. E’ un’esperienza che consiglio a qualsiasi collega perché suonare all’estero apre la mente: lavoravo il mercoledì al Max di Bressanone, il giovedì al Tenne di Fughen Zillertalle vicino Innsbruck, mentre il venerdì lavoravo al Malice di Treviso; sabato mattina partivo con la macchina perché avevo sei o sette valigie piene di vinili. All’epoca non si viaggiava con le chiavette per cui non potevo prendere un aereo e imbarcarmi con sette valigioni! Il sabato mattino partivo e facevo 1.000 km fino a Castellabate e Salerno, poi tornavo su prendendo per strada le mozzarelle e arrivavo al Ca’ Margherita di Lignano Sabbiadoro.
Recentemente, ho suonato a Ibiza, Miami ed al Novikov di Londra….ma, come disse il grande Julio, ho sempre “la valigia sul letto” pronta!
La frase che mi ripeto quando lavoro è “divertito io, divertiti tutti”. Se io mi sto divertendo di sicuro la serata sta andando bene, perché siamo noi - i dj - quelli che devono trasmettere per primi emozioni al pubblico. Bisogna vivere la musica, con sorrisi e simpatia, e non essere mai passivi. Mi spiego meglio: il lavoro del dj si divide in due parti – una è la carriera di dj produttore, come per esempio Bob Sinclar, David Guetta, Tiësto - sono i nuovi cantanti, sono dei dj che riempiono gli stadi prendendo cachet da capogiro come le grandi star della musica. E poi ci sono dei dj come me che non sono produttori, anche se qualche disco l’ho fatto anch’io, e che suonano la musica di altri per far divertire il proprio pubblico.

URLOPOP – Allora chi è il dj secondo Luciano Gaggia?

LUCIANO – Secondo me tutto si racchiude nella parola stessa - disk jockey significa giocare con i dischi. E i dischi non li gira più nessuno! Usano le chiavette, dei computer, le usb.. è girando i dischi che devi saper far divertire il pubblico. Mille computer non possono sostituire la cultura, l’esperienza ed il tocco di un dj!
La tecnologia senza cultura e passione non è niente! Fortunatamente vedo alcuni dei miei giovani colleghi, come, ad esempio, Francesco Torre, Michael Salamon, Giacomo Morras che suonano con la stessa passione che avevo quando ho iniziato spaziando in tutti i generi musicali. Loro, secondo me, sono il futuro di questa professione.
Dopo c’è anche lo speaker radiofonico e il vocalist. Lo faccio anche io ogni tanto, anche se penso che il vocalist sia un prodotto esclusivamente italiano! In Europa c’è il cantante che accompagna la musica suonata dal dj – creando uno spettacolo nello spettacolo - e non chi blatera in continuazione coprendo la musica con i discorsi più vari o per salutare i tavoli che stanno consumando di più! Molte volte purtroppo i microfoni finiscono in mano a PR o clienti che si improvvisano artisti…. Insomma…Si, ci sta dire due parole, anche io dico “tra poco si comincia!”, ma lo faccio giusto al contrario….alla mattina quando stiamo per chiudere il locale.
Dico cose simpatiche! Quando uno viene vicino alla console e si appoggia e mi guarda gli dico guarda che la console sta su da sola! Lo dico per microfono però! Da qui è tutto un rapporto tra me e pubblico. Questo mi differenzia dagli altri dj. Penso che un dj debba avere la propria personalità. C’è quello antipatico e c’è quello simpatico. Degli altri nessuno ne parla.
È da 35 anni che lavoro di notte, vedo della gente che non centra niente con il giorno. Di giorno non ti salutano neanche! Con la notte viene fuori il malessere, la tristezza, la felicità.. Tutto quello che abbiamo dentro. Noi dj ogni sera abbiamo a che fare con gente diversa, dobbiamo essere degli psicologi, capire e carpire i momenti delle persone che ti stanno di fronte. Il nostro è un lavoro strano, noi non vendiamo nessun prodotto tangibile. Vedi questo bicchiere? Questo bicchiere è un prodotto tangibile, lo puoi toccare, prendere in mano, invece quando entri in un discoteca e paghi 15-20 euro cos’è che compri?  Io dico sempre tre cose: la prima è il divertimento, la seconda è la felicità, la terza è l’immagine. 

URLOPOP – Dici che non ci sono più le discoteche, ma allora che cose è la discoteca?

LUCIANO – Dov’è che andiamo a comprare del pane? In paninoteca. Dov’è che andiamo a comprare del vino? In enoteca.
A casa mia ho 25.000 vinili – e quindi è una discoteca! è un posto dove ci sono dei dischi! Una volta in Italia si chiamavano balere e poi sono diventate dancing, che significa ballare. Poi noi italiani siamo sempre i più fighi e quindi abbiamo iniziato a chiamare quei posti discoteche perché il termine suonava più modaiolo!
La vera discoteca degli anni ‘70 – ’80 – ‘90 è stata distrutta dalle persone incompetenti: dai gestori improvvisati, dai direttori artistici incompetenti e dai PR ingordi.
Ti racconto questo piccolo aneddoto del 1994: sai quelle domande che fanno a tuo figlio a scuola: “che lavoro fa il tuo papà?” e i bambini rispondono: “il mio fa l’operaio, il mio avvocato”…mio figlio ha risposto: “il dj”. Ho dovuto andare a scuola per spiegare all’insegnante che fare il dj era un lavoro vero…chissà, forse dopo questo colloquio, è venuta a trovarmi in qualche locale…penso che prima di allora non ci fosse mai entrata!

URLOPOP - C’è qualche locale che ti piace?

LUCIANO – Le discoteche storiche italiane sono rimaste IL MURETTO ed il COCORICO.
Io amo il MARINA CLUB di Jesolo: l’unico locale, insieme a VILLA DELLE ROSE di Riccione, che in Italia apre dopo la mezzanotte della domenica sera per far ballare.

URLOPOP - Perché secondo te sono rimaste solo queste?

LUCIANO – Le disco sono state e continuano ad essere massacrate dai mass media; ogni volta che succede qualcosa, la colpa ricade sempre su di esse. Inoltre, la tecnologia ha fatto perdere il gusto della socializzazione.

URLOPOP – In che senso?

LUCIANO – Quando io ero giovane ci si trovava in un bar per giocare a flipper o per bere una cosa in compagnia. Dopo si andava tutti insieme in discoteca per incontrare (“cuccare”) le ragazze. Magari questo si esauriva nel ballare un lento insieme… ma molto stretti! Adesso invece quando i giovani escono da casa hanno già gli appuntamenti, sanno già tutto, non perdono nemmeno un minuto di tempo. Però non sanno nemmeno loro quello che vogliono, hanno già visto tutto sui social network! C’è un enorme crisi dei rapporti umani.

URLOPOP – Raccontami un aneddoto.

LUCIANO – Era la notte dell’Epifania al Mah-nà Mah-nà; alle 5 di mattina a locale chiuso ci siamo messi a suonare tra amici, cappuccino e brioche. Un freddo polare fuori. Io ad un certo punto mi metto a fare Sarabanda, il gioco dove devi indovinare il titolo della canzone. Metto un pezzo, sicuro che nessuno lo avrebbe azzeccato e dico “se indovinate questo pezzo io vado a casa a piedi – 14 km di strada!”. E un ragazzino presente ha indovinato il pezzo! così sono partito da Isola Vicentino fino a casa. Sono stato un mese senza voce! Così come animazione mi sono fatto dei cartelli con delle scritte - “su le mani”, “questo locale è mio”, “stasera suono io”, “sono le 3 di notte i soldi abbiamo già preso andate a casa”. Dalle casualità nascono le idee.

URLOPOP – Immagino che lavorando nei locali ricevi molte avances?

LUCIANO – Indubbiamente le occasioni sono molteplici! E dopo qualche drink, sembrano ancora di più!
Ti racconto questa: una sera, a tarda notte, stavo suonando al MARINA CLUB e dopo molte bollicine si avvicina una ragazza. Mettiamo anche che non avessi ancora bevuto abbastanza quella sera, ma questa era proprio brutta e mi dice: ehi dj!
Io - Cosa c’è?
Lei - Mi metti questo disco qua (titolo incomprensibile)
Io (ancora politicamente corretto): Non ce l’ho.
Passano quindici minuti.
Lei insiste: “Ehi dj! Mi metti il disco che fa…eeeee-uuuu-aaaaa-strump strump
Io, un attimino alterato rispondo: “Non ce l’ho!
Dopo mezzora ritorna.
Lei: “djjjjjjjjjjjjjjjjj!”
Io: “Che cazzo vuoi? Ora basta! Oltre a rompermi i coglioni sei anche brutta!!!!!!!!!!!!!!!!”
Lei: “Va là! Vergognati che sei ubriaco!
Io: “Ah si?.....ok!.............Ma a me domani passa!!!!!!! a te no! …………………..Rimani brutta e rompicoglioni! Ta capì???????????????
Potrei raccontarti migliaia di altri aneddoti, ma dopo la tua intervista diventerebbe un libro!

URLOPOP – Luciano Gaggia è così! Un individuo straordinario che si differenzia radicalmente dalla massa degli uomini comuni. Genio è l'uomo capace di dire cose profonde in modo semplice. Tutto da imparare!

2014

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